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Ma è tutto qui? Quando il lavoro non ti basta (e non capisci se sei in crisi)

  • Immagine del redattore: Paolo
    Paolo
  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 30 giu

Persona seduta alla scrivania, sguardo perso nel vuoto, circondata da elementi ordinati ma impersonali, con un’espressione interrogativa tra quiete e smarrimento — simbolo di una crisi interiore silenziosa nel mondo del lavoro.

Hai firmato il contratto.

Hai passato i primi mesi.

Ti sei ambientatə, hai imparato, hai fatto il tuo.


Le cose vanno bene — almeno in apparenza.

Nessun problema evidente.

Un lavoro regolare, colleghi ok, una routine che funziona.


Eppure, dentro… qualcosa stona.


Non c’è entusiasmo.

Non c’è senso.

Solo una domanda che inizia a farsi insistente:


👉 “Ma è tutto qui?”



🌀 Quando la delusione arriva anche in un contesto “ok”


Succede più spesso di quanto pensi.

Non serve un capo tossico o un ambiente tossico.

A volte il vuoto arriva proprio quando “non c’è nulla che non va”.


Perché il problema non è l’ambiente.

È il senso che non trovi.

Ti svegli al mattino e ti chiedi cosa stai costruendo davvero.


Non è noia. È disconnessione.

È come se stessi recitando una parte scritta da altri.


Una parte che forse… non ti somiglia più.



🧭 Non è una crisi. È un segnale che il lavoro non basta


Nel counseling, questo tipo di disagio viene ascoltato con attenzione.

Non viene ridotto a “ingratitudine”, “fragilità” o “capriccio”.


Perché a volte, proprio quando tutto fila liscio, si apre una crepa.

E quella crepa può essere un varco.

Un modo attraverso cui qualcosa dentro di te cerca aria.


🌱 Non è detto che tu debba cambiare lavoro o che tu sia in crisi davvero.


Ma forse è tempo di cambiare lo sguardo.

Di farti delle domande nuove.

Di chiederti:

  • Cosa sto lasciando da parte ogni giorno?

  • Cosa mi farebbe sentire pienamente me?

  • Quali parti di me sono rimaste fuori da questo percorso?



🎧 Cosa succede se ne parli con qualcuno


Nel counseling non ti verrà detto cosa fare.

Ma potrai raccontare senza filtri quella sensazione sottile — che a volte nemmeno riesci a spiegare.

E sarà proprio da lì, da quella confusione, che potrà emergere qualcosa.


Un’intuizione.

Un desiderio sopito.

Una parte di te che chiede spazio.


Spesso, non serve mollare tutto.

Serve solo smettere di ignorare quella voce che da settimane — forse mesi — ti domanda: “Ma è davvero tutto qui?”



🌿 Conclusione


A volte non serve un motivo forte per cercare qualcosa di più.

Basta il sentire che quello che hai… non ti basta.

Il counseling può aiutarti a esplorare quel vuoto senza riempirlo in fretta.

E forse, proprio lì, scoprire un inizio.



📎 Letture consigliate


👉 Se senti che qualcosa stona ma non riesci a capire cosa, potresti ritrovarti anche qui → “Non mi riconosco più.” Quando qualcosa è cambiato… ma non sai bene cosa.


👉 Se stai vivendo una disillusione silenziosa, potresti trovare spunti anche qui → “Sto cambiando, ma nessuno se ne accorge.” Quando dentro succede qualcosa, ma fuori sembra tutto uguale.


👉 Se senti di funzionare… ma non di vivere, ti consiglio anche → “Perché sto facendo quello che sto facendo?” Una domanda che arriva mentre tutto va avanti.



Avatar counselor SecondaTappa – counselor come figura di ascolto e supporto nel percorso di cambiamento.

 A volte, anche quando tutto sembra funzionare, qualcosa dentro di noi chiede un ascolto diverso. E forse è proprio da lì che può partire un cambiamento.


💬 Se vuoi sapere qualcosa in più su di me lo trovi qui →  [Chi Sono].

🟡 Se vuoi raccontare cosa stai attraversando, ti leggo volentieri in chat.

A presto! Paolo


Logo SecondaTappa – counseling individuale online. Aiuto e orientamento nei momenti di cambiamento per lavoratori e studenti

✨Questo blog fa parte di SecondaTappa, lo spazio di counseling online pensato per chi attraversa momenti di passaggio, scelte difficili o confusione interiore.
Scopri di più 👉
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